Psicomotricità, emozione in movimento
Spesso parliamo di psicomotricità per i suoi aspetti fisici, di coordinazione e acquisizione di abilità nel movimento. Insomma, superficialmente può sembrare la versione baby di quella che definiamo “educazione fisica” nella scuola dell’obbligo.
In realtà in questa disciplina si uniscono i tanti modi che i bambini hanno per esprimersi, favorendo una crescita nella comunicazione, nella scoperta delle emozioni e della consapevolezza positiva di sé.
Le basi
Nei primi anni i piccoli apprendono con il corpo, per questo vanno forniti degli spazi, degli oggetti e delle strutture che permettono di esplorare proprio attraverso le azioni e le sensazioni.
Questa attività se fatta in maniera organizzata e in un contesto accogliente e sicuro, consente ai bambini di sentirsi liberi di esprimersi e di acquisire sicurezza, ma anche di conoscere e accettare le proprie emozioni e i propri limiti. Senza dimenticare la costruzione di relazioni con i pari e con gli adulti.
Il setting
L’ambiente per la psicomotricità deve avere dei confini ben identificabili, in modo che il bambino si senta al sicuro e comprenda che quello è lo spazio nel quale può giocare.
Servono poi delle regole da dare all’inizio, e da ricordare ad ogni seduta, così che imparino anche che le azioni possono avere delle conseguenze sugli oggetti e sui loro compagni.
Il gioco è libero ma organizzato e i bimbi sono il più possibile invitati a collaborare nel gioco, rispettando però i loro limiti.
Sono presenti spazi per le attività sensoriale e motorie, per il gioco simbolico e una parte riservata alla fine dell’incontro, con attività manuali e grafiche.
Fare tesoro dell’esperienza
Dopo la parte che comprende il movimento, il nascondino, il “fare finta che”, l’uso della voce e della musica e tutta una serie di giochi con i quali i bambini possono esprimersi liberamente, si dedica un momento finale alla rappresentazione del vissuto durante il gioco.
Per fare questo possiamo avvalerci del racconto o mettere a disposizione delle costruzioni di qualche tipo oppure degli strumenti per il disegno. In questa fase essenziale i bambini possono elaborare le emozioni provate rendendole da prettamente fisiche che “mentali”.